Gli oli essenziali sono sostanze molto concentrate di natura aromatica prodotte dalle piante. Gli oli essenziali si trovano contenuti in fiori, foglie, bucce dei frutti, semi, cortecce, legni e radici, baccelli, rametti e resine.
Dalla stessa pianta posso essere estratti diversi oli essenziali: per esempio, nel caso dell’arancio si ricava l’olio essenziale sia dalla buccia (arancio dolce), sia dai fiori (neroli), sia dalle foglie e rametti (petit grain).
L’estrazione degli oli essenziali è un procedimento fondamentale che determina la qualità del prodotto che si otterrà.
Ma quali sono i maggiori metodi di estrazione degli oli essenziali?
1- Distillazione in corrente di vapore: è un metodo classico che utilizza il calore e la forza del vapore acqueo per estrarre l’olio essenziale. Si utilizza un alambicco in cui si inseriscono le piante; si aggiunge del vapore che permetterà di estrarre le sostanze oleose contenute nella pianta; poi, attraverso una serpentina refrigerata, si riesce a separare l’olio essenziale dall’acqua. Da questo procedimento avremo: l’olio essenziale della pianta e l’idrolato o acqua della pianta (che contiene una minima quantità di olio essenziale che non si è riusciti ad estrarre).
2- Spremitura a freddo: riguarda l’estrazione degli oli essenziali degli agrumi dove l’essenza è contenuta all’interno delle bucce. Una volta separata la buccia dal frutto, con l’aiuto di macchinari specifici e acqua, si pressa la buccia a freddo ricavando l’olio essenziale. L’acqua viene poi separata dall’olio attraverso una centrifuga.
3- Enflourage: la tecnica enflourage è molto antica e molto costosa e richiede tempi di estrazione molto lunghi. Il metodo che utilizza l’enflourage a freddo serve per estrarre alcune delle essenze più pregiate come il gelsomino e la tuberosa. In piatti di ceramica spalmati di grasso vengono adagiati i petali dei fiori che, macerando al fresco e al buio per circa 24 ore, rilasciano l’essenza. Alla fine, il grasso intriso di olio essenziale viene trattato con alcool vegetale per separare le sostanze aromatiche e, attraverso una distillazione, si procede all’eliminazione dell’alcool.
4- Estrazione con alcool: estrarre essenze con alcool significa macerare in alcool vegetale la pianta o il fiore con successiva eliminazione dello stesso con distillazione. Estrarre essenze di fiori o piante con alcool comporta che un residuo di alcool, all’interno dell’olio estratto, rimanga sempre. La nota alcolica tende comunque a svanire velocemente. Un esempio di estrazione con alcool è l’essenza di vaniglia.
5- Estrazione con CO2: è una estrazione con anidrite carbonica e permette di avere un olio essenziale di alta qualità. In questo caso, la pianta viene inserita in un estrattore dove viene aggunta anidrite carbonica a temperatura e pressione elevate; questa scioglie le sostanze che vengono poi separate e raccolte ottenendo l’olio essenziale. Tutte le essenze possono essere estratte con questo metodo.
6- Assolute: se non è possibile utilizzare uno degli altri metodi di estrazione, si utilizza un solvente chimico (normalmente l’esano) per ottenere una pasta aromatica (concreta) di olio e cera, Per ottenere l’olio essenziale (definito assoluta) si distilla in alcool la concreta, separando il solvente e rimuovendo le cere. L’essenza assoluta purtroppo contiene tracce di esano, ma si ritiene comunque un livello qualitativo accettabile perché, diversamente, non sarebbe possibile distillare quel fiore o quella pianta. Un esempio è l’assoluta di rosa.
7- Estrazione con solventi: sfrutta solventi chimici per ottenere, in maniera economica e veloce, oli essenziali. Per quanto i solventi vengano eliminati rimarranno sempre delle tracce che andranno ad alterare e pregiudicare la qualità dell’olio essenziale. Inoltre, i solventi sono spesso sostanze chimiche pericolose per la salute, per cui sono da evitare gli oli essenziali estratti con solventi.
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